Giro d’Italia 2018, Pinot apre: “Sono piacevolmente sorpreso, il percorso mi attira. Froome favorito, ma…”
Thibaut Pinot apre al Giro d’Italia 2018. Se la sua partecipazione sembrava difficile, considerando il fallimento al Tour de France che era seguito quest’anno ad un’ottima prestazione alla Corsa Rosa, il capitano della FDJ gradisce il percorso presentato ieri e si dice tentato dalla possibilità di essere al via di Gerusalemme (sempre che le polemiche scoppiate subito dopo la presentazione non portino ad azioni concrete del governo israeliano). Tante salite e strappi, contrapposte a crono non impossibili visti posizionamento e le sue caratteristiche, potrebbero dunque far tornare anche quest’anno il francese, medaglia di legno dell’ultima edizione.
“Sono piacevolmente sorpreso – ammette ai microfoni di Ouest France – Ancora una volta il Giro offre un percorso davvero molto bello. Una volta lasciata Israele, si parte direttamente con salite di media e alta montagna. In seguito, le ultime 2-3 salite di montagna sono abbastanza impressionanti. In totale ci sono otto arrivi in salita, che corrisponde alla media del Giro, e per me è un bene. Sono queste le tappe che mi si addicono e quando ce ne sono otto puoi giocarti il successo quasi in una su due”.
Il giudizio dunque è chiaramente positivo e il corridore transalpino, che non nasconde un ottimo rapporto con l’Italia, le sue strade e le sue corse, ammette la sua voglia di esserci. “Questo Giro mi attira sicuramente“, aggiunge, pur ammettendo che bigognerà far valere anche le ragioni della mente, non solo del cuore. Da francese, da capitano di una delle squadre più importanti, ha anche il quasi dovere di partecipare alla Grande Boucle in buona forma, lasciando il segno dopo un 2017 abbastanza anonimo, ma c’è anche l’esigenza personale di farsi trovare pronto per il Mondiale di Innsbruck 2018, nel quale ha la rara possibilità di giocarsi la maglia iridata.
“Aspettiamo il ritiro con la squadra a Calpe di dicembre per decidere – aggiunge – L’anno prossimo sarà un anno speciale nel quale punterò alla rassegna iridata in Austria, quindi c’è un programma speciale da fare. Bisognerà essere freschi a fine stagione. Vedremo…” Non esclusa comunque anche la possibilità di essere anche nel 2018 al via dei primi due GT stagionali. Con l’obiettivo chiaramente di fare meglio di quest’anno. “Se dovessi fare entrambi l’anno prossimo, voglio essere al Tour in forma migliore rispetto a quest’anno – precisa – Bisogna sempre imparare dai propri errori e quest’anno ne ho fatti parecchi. Quindi, se ritorno al Tour a luglio prossimo, è per essere in migliori condizioni”.
In questo contesto, inevitabile un pensiero-confronto con Chris Froome, che ha annunciato ieri la sua intenzione di puntare alla doppietta. “Un po’ me lo aspettavo – ammette – Considerando che aveva vinto la Vuelta a settembre, puntare al Giro non è una sorpresa. Se riuscirà a conquistare entrambe? C’è riuscito con Tour e Vuelta, e alla Vuelta era ancora più forte, quindi potrebbe non essere un problema per lui. E chissà che non faccia anche la tripletta con la Vuelta”.
Per quanto lo riguarda, chiaramente una settimana in più fra le due corse (dovuta allo spostamento del Tour di una settimana per evitare una eccessiva contemporaneità con il Mondiale di Calcio) fa comodo anche a lui, ma sui suoi obiettivi resta più vago al momento. “Non è facile – spiega – Molto dipende anche dal mio inizio di stagione e dagli obiettivi che la squadra mi chiede. Vincere il Giro non ci penso nell’immediato, ma è un pensiero messo da parte entro la fine della mia carriera”.
Ovviamente, con la presenza del Keniano Bianco, non può che essere lui il grande favorito, considerando anche la sua squadra. Ma Pinot sottolinea come l’inesperienza di Froome sulle strade italiane potrebbe rivelare qualche sorpresa: “Avendo Froome annunciato la sua presenza, l’uomo di riferimento sarà lui. Ma ci saranno come sempre anche 5-6 outsider che proveranno a dargli fastidio. Inoltre, Froome non è imbattibile. Arriva in una corsa che non conosce più di tanto. Sarà il grande favorito, ma in un terreno che non conosce potrebbero cambiare tante cose“.
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